Quel sabato mattina Alfredo aveva lasciato la gestione del bar nelle mani della moglie Giovanna. Sebbene non fosse sua consuetudine delegare le proprie mansioni decidendo di assentarsi da quello che, a ragion veduta, rappresentava non soltanto il suo lavoro ma anche una parte assai importante della propria vita, l’evento in programma era di quelli da fregarsi le mani: alle 9:00 in punto Archimede Ballocchio, il sindaco di Roccabuona, avrebbe ufficialmente inaugurato la prima edizione delle Olimpiadi sedentarie, una competizione a premi che prevedeva la partecipazione a una serie di eventi sportivi da cui era bandita ogni velleità atletica.
Per le successive due settimane il centro anziani sarebbe stato teatro di tornei di carte, bocce, dama, scacchi e freccette, in un susseguirsi di sfide epiche delle quali la storia avrebbe mantenuto vivido il ricordo attraverso l'apertura di una sezione audio visiva sul sito del comune.
Superato l'ingresso del parco comunale Alfredo incrociò Guerino, in quel momento chinato a raccogliere, con un sacchetto di nylon e una paletta in mano, i bisogni che Ottone aveva appena lasciato come testimonianza del suo passaggio.
“Ben ritrovato” si annunciò da dietro, “pronto per la presentazione?”
“Prontissimo” rispose Guerino che, sigillata la bustina con un nodo ermetico, si massaggiò il fianco una volta riacquistata la posizione eretta.
“Tornato il mal di schiena?”
“Solo un indolenzimento per fortuna! Il medico mi ha consigliato di evitare certi movimenti, ma a lui sembra non interessare e così ha deciso di tenersi i bisogni fin qui nonostante abbia scorrazzato in giardino prima di uscire”
“Pare che il sindaco abbia preparato un'apertura con i fiocchi, sarà uno spettacolo nello spettacolo” cambiò discorso Alfredo.
“Mi avrebbe sorpreso il contrario! D'altronde quando c’è da apparire risponde sempre presente”
“Almeno è un'iniziativa nobile; i fondi raccolti serviranno a ristrutturare il centro anziani e costruire un nuovo campo da bocce”
“Vittorio mi ha raccontato che l’idea delle Olimpiadi sedentarie è stata partorita da Jerry, prima che Ballocchio ne intuisse le potenzialità e la mettesse sotto l'egida del comune. Alla fin fine, però, è come dici tu: ci guadagnerà lui e ci guadagnerà il paese, dunque ben vengano iniziative di questo genere”.
La sala scelta per l’inaugurazione era la stessa in cui gli anziani si ritrovavano per trascorrere le giornate tra una partita a carte, qualche cappuccino e infinite discussioni su temi universali come calcio, politica, bei tempi andati e qualche pettegolezzo.
Le pareti erano di un rosa stinto e, nonostante per l'occasione fosse stata decorata con festoni, palloncini colorati e manifesti, trasmetteva una spiacevole sensazione di trascuratezza. In prossimità della parete più distante dall'ingresso, al centro, un banchetto illuminato da faretti a led ospitava tre poltrone da ufficio di colore nero, le uniche con la seduta imbottita e le rifiniture in pelle. Le altre, più modeste, erano in legno e disposte su file ordinate di fronte al palco. Una serie di lampadine appese a un lungo filo elettrico che fuoriusciva sghembo dalla struttura in metallo di un controsoffitto mai terminato, non facevano che rafforzare l’impressione di trovarsi all'interno di un magazzino abbandonato.
Al di là della forma, però, l'entusiasmo e la partecipazione popolare non erano venuti meno e, quando mancavano pochi minuti all’inizio della presentazione, gran parte dei posti risultavano già occupati e un fitto brusio si spandeva in ogni angolo.
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